Interrogazione sulla cannabis terapeutica e i problemi di approvvigionamento
“La cannabis terapeutica è fondamentale per la terapia contro il dolore ed in Italia l’unico soggetto autorizzato alla produzione nazionale è proprio lo storico stabilimento fiorentino – sottolineano Fossi e Furfaro puntualizzando che: “Lo stabilimento di Firenze non è comunque in grado di garantire un approvvigionamento sufficiente a soddisfare la domanda di cannabis terapeutica, che risulta in continua crescita e costringe il nostro Paese a procedere, per buona parte, tramite importazione dall’estero ed in particolare dall’Olanda”.
L’aumento della produzione promesso tempo fa
Poi nell’interrogazione viene puntualizzato che: “L’Agenzia Industria e Difesa aveva infatti previsto per il 2023 un aumento della produzione fino a 500 chilogrammi, a fronte di un fabbisogno stimato in 1.400 chilogrammi annui”, ricordando però che: “L’Organizzazione mondiale della sanità ha comunque giudicato in 3 tonnellate annue il fabbisogno annuale di cannabis terapeutica (in alcune regioni infatti tale farmaco non viene rimborsato o somministrato soltanto in ospedale)”.
Poi, dopo aver ricordato che “nello Scfm di Firenze, anche se il 90 per cento della produzione riguarda la cannabis, vengono inoltre fabbricati ulteriori medicinali necessari, ma economicamente non vantaggiosi e quindi non reperibili sul libero mercato, destinati a pazienti affetti da malattie rare”, si ricorda che “da tempo le organizzazioni sindacali stanno denunciano gravi preoccupazioni legate alla carenza strutturale di risorse umane all’interno dello stabilimento di Firenze, che avrebbe bisogno del doppio del personale attualmente impiegato” e che “nei mesi scorsi è emerso sulla stampa che tali criticità potrebbero portare a ‘una possibile sospensione della produzione di cannabis a scopo terapeutico’: sospensione che è stata poi annunciata dallo scorso 5 aprile fino a metà giugno”.
La preoccupazione per la situazione dello Scfm di Firenze
Secondo i due politici: “tale situazione di incertezza appare incomprensibile, proprio in virtù dell’importanza dei farmaci prodotti e della loro certificata carenza nel panorama nazionale. Desta inoltre preoccupazione il futuro di un centro storico di eccellenza come lo Scfm di Firenze e la salvaguardia e la continuità delle competenze e professionalità coinvolte”.
E quindi concludono chiedendo: “Se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali iniziative di competenza urgenti intendano conseguentemente assumere al fine di sostenere le attività dello Scfm di Firenze, garantendo ed implementando la produzione dei farmaci prodotti (ed in particolare a base di cannabis) tale da soddisfare la richiesta nazionale, e salvaguardando i livelli occupazionali interessati”.
Redazione di Cannabisterapeutica.info
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